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Caravaggio, "Saint Francis of Assisi in Ecstasy" (da questa pagina) |
San Francesco
d'Assisi è stato ed è per me un personaggio unico per sacrificio, coerenza, fede
e altruismo. È impossibile infatti trovare, dalla scomparsa sulla Terra di Gesù,
un uomo simile a lui, capace di rinunciare alla ricchezza derivante
dall'attività famigliare (suo padre era un commerciante in stoffe ben
affermato), grazie alla quale avrebbe potuto fare una vita agiata e spensierata,
per seguire la sua fede cristiana ed applicare alla lettera le parole del
Vangelo, inizialmente da solo, poi con i suoi amici e seguaci, fino a fondare
l'
ordine mendicante dei frati francescani, ancora oggi attivo e, dopo la
sua morte, a diventare il santo più importante d'Italia (è infatti, insieme a
Santa Caterina da Siena, il patrono della nazione italiana). A cominciare da
oggi, 4 ottobre, giornata in cui si celebra la sua memoria, vorrei ricordare
alcune espressioni artistiche incentrate sulla figura del poverello d'Assisi,
inizierò perciò dalla pittura, per passare poi alla poesia, al cinema, e infine
alla musica.
Numerosi pittori hanno
ritratto San Francesco, molti di questi sono dei maestri celebratissimi, come ad
esempio
Cimabue il cui
Ritratto di San Francesco che si trova ad Assisi,
nella Basilica inferiore e fa parte dell'affresco
Vergine in Maestà, con
Bambino, quattro angeli e San Francesco (1278-1280), sembra che sia il più
somigliante in assoluto al santo reale.
Giotto ha affrescato la Basilica superiore d'Assisi con
28 scene inerenti la vita del santo patrono d'Italia, tra queste, la più bella a
me sembra
La predica agli uccelli, risalente agli anni compresi tra il
1290 e il 1295, raffigura Francesco in età avanzata, in compagnia di un frate
non ben definito ma che dovrebbe essere l'inseparabile Fra' Leone, mentre, forse
nelle vicinanze di un bosco (si nota la presenza di un alberello), si piega
leggermente e gesticola parlando ad alcuni uccelli che lo osservano ai piedi
dell'albero. Ancora Giotto fu a dipingere il santo d'Assisi nel quadro
Stigmate di San Francesco, realizzato in un periodo non lontano da quello
delle famose scene di cui ho già parlato, è una tempera che raffigura il santo
nel momento in cui riceve le stigmate, durante la preghiera sul Monte Alverno,
da Gesù, il quale appare nella posizione di crocifisso ma dotato di sei ali così
come i Serafini. Alquanto bizzarro è lo sfondo del quadro, visto che il santo,
inginocchiato e enormemente grande rispetto a tutto il resto, sembra posto
all'interno di una cavità presente alla base di una montagna, quest'ultima è
contornata da alcuni alberi e da una delle due cappelle di monte (l'altra si
trova sul piano a destra). Sotto la scena principale del dipinto si possono
osservare dei piccoli quadretti che illustrano alcuni episodi famosi della vita
di San Francesco.
Esistono due dipinti
praticamente identici del pittore fiammingo
Jan Van Eyck, creati tra il 1428 ed
il 1432, intitolati
Stigmate di San Francesco. In un paesaggio di
montagna San Francesco, il cui volto ha insolitamente lineamenti ben definiti,
ha uno sguardo quasi perso nel vuoto mentre prega con le mani aperte che
mostrano la presenza delle stimmate appena ricevute da Dio, rappresentato nel
quadro da un crocifisso posto in alto, fornito di quattro ali di uccelli (figura
ripresa dal quadro di Giotto prima citato). Sotto al crocifisso, in primo piano
così come Francesco, c'è Fra' Leone che dorme seduto, mentre si tiene con le
mani la testa leggermente reclinata.
Una tempera di
Domenico Veneziano del 1445, è
intitolata
San Francesco riceve le stigmate; qui colpisce il capo del
santo quasi completamente calvo e canuto; Francesco con le mani in alto, in
ginocchio su di un prato, vicino a Fra' Leone che è seduto e si ripara gli occhi
(forse perchè non sopporta l'intensità della luce divina) guarda uno strano
crocifisso (rosso) dal quale partono dei raggi divini che giungono fino alle
mani e ai piedi di Francesco, conferendogli così le stigmate; la scena è
ambientata in un paesaggio di montagna, comprendente dei monti, un po' di
vegetazione e un corso d'acqua.
Il
pittore senese conosciuto come
Sassetta, poco prima di morire dipinse un quadro
dal titolo
Sposalizio mistico di San Francesco in cui si vede il santo
che si sposa con le tre Virtù teologali: Fede, Speranza e Carità, queste sono
raffigurate con i volti di giovani donne vestite rispettivamente di bianco, di
verde e di rosso; nel quadro le Virtù appaiono due volte: davanti a Francesco
mentre il santo sta infilando l'anello nuziale ad una di esse, e in volo, mentre
si allontanano recando in una mano dei rametti. Il paesaggio circostante è
formato da un'ampia vallata in cui si nota una stradina che arriva fino al luogo
del rito e, sulla destra in basso del quadro, un'altra breve e piccola strada
che giunge ad un castello.
San
Francesco nel deserto è un dipinto di
Giovanni Bellini risalente all'età
rinascimentale (1480) che mostra il santo con le braccia aperte e lo sguardo
rivolto verso il cielo mentre riceve da Dio le stimmate, molto suggestivo e
particolareggiato è il paesaggio che si distende intorno a San
Francesco.
Di una bellezza stupefacente
è il quadro di
Caravaggio L'estasi di San Francesco del 1595, dove il
santo, che ha perso i sensi, è illuminato da una luce divina ed è sorretto da
un'angelo che lo aiuta in questo particolare momento di defaillances. Attorno a
loro si nota un paesaggio tetro, in cui si scorgono appena degli alberi e un
corso d'acqua (forse un fiume). Di grande valore è anche, dello stesso
Caravaggio,
San Francesco in meditazione (1605), qui il santo,
inginocchiato, guarda pensieroso un teschio che tiene tra le mani, in basso a
destra del quadro, poggiato in terra, si nota un tronco con sopra una piccola
croce di legno. Evidente sembrerebbe che la "meditazione" di Francesco sia
rivolta alla morte e all'al di là.