venerdì 4 ottobre 2013

San Francesco d'Assisi nella pittura

Caravaggio, "Saint Francis of Assisi in Ecstasy"
(da questa pagina)


San Francesco d'Assisi è stato ed è per me un personaggio unico per sacrificio, coerenza, fede e altruismo. È impossibile infatti trovare, dalla scomparsa sulla Terra di Gesù, un uomo simile a lui, capace di rinunciare alla ricchezza derivante dall'attività famigliare (suo padre era un commerciante in stoffe ben affermato), grazie alla quale avrebbe potuto fare una vita agiata e spensierata, per seguire la sua fede cristiana ed applicare alla lettera le parole del Vangelo, inizialmente da solo, poi con i suoi amici e seguaci, fino a fondare l'ordine mendicante dei frati francescani, ancora oggi attivo e, dopo la sua morte, a diventare il santo più importante d'Italia (è infatti, insieme a Santa Caterina da Siena, il patrono della nazione italiana). A cominciare da oggi, 4 ottobre, giornata in cui si celebra la sua memoria, vorrei ricordare alcune espressioni artistiche incentrate sulla figura del poverello d'Assisi, inizierò perciò dalla pittura, per passare poi alla poesia, al cinema, e infine alla musica.
Numerosi pittori hanno ritratto San Francesco, molti di questi sono dei maestri celebratissimi, come ad esempio Cimabue il cui Ritratto di San Francesco che si trova ad Assisi, nella Basilica inferiore e fa parte dell'affresco Vergine in Maestà, con Bambino, quattro angeli e San Francesco (1278-1280), sembra che sia il più somigliante in assoluto al santo reale.
Giotto ha affrescato la Basilica superiore d'Assisi con 28 scene inerenti la vita del santo patrono d'Italia, tra queste, la più bella a me sembra La predica agli uccelli, risalente agli anni compresi tra il 1290 e il 1295, raffigura Francesco in età avanzata, in compagnia di un frate non ben definito ma che dovrebbe essere l'inseparabile Fra' Leone, mentre, forse nelle vicinanze di un bosco (si nota la presenza di un alberello), si piega leggermente e gesticola parlando ad alcuni uccelli che lo osservano ai piedi dell'albero. Ancora Giotto fu a dipingere il santo d'Assisi nel quadro Stigmate di San Francesco, realizzato in un periodo non lontano da quello delle famose scene di cui ho già parlato, è una tempera che raffigura il santo nel momento in cui riceve le stigmate, durante la preghiera sul Monte Alverno, da Gesù, il quale appare nella posizione di crocifisso ma dotato di sei ali così come i Serafini. Alquanto bizzarro è lo sfondo del quadro, visto che il santo, inginocchiato e enormemente grande rispetto a tutto il resto, sembra posto all'interno di una cavità presente alla base di una montagna, quest'ultima è contornata da alcuni alberi e da una delle due cappelle di monte (l'altra si trova sul piano a destra). Sotto la scena principale del dipinto si possono osservare dei piccoli quadretti che illustrano alcuni episodi famosi della vita di San Francesco.
Esistono due dipinti praticamente identici del pittore fiammingo Jan Van Eyck, creati tra il 1428 ed il 1432, intitolati Stigmate di San Francesco. In un paesaggio di montagna San Francesco, il cui volto ha insolitamente lineamenti ben definiti, ha uno sguardo quasi perso nel vuoto mentre prega con le mani aperte che mostrano la presenza delle stimmate appena ricevute da Dio, rappresentato nel quadro da un crocifisso posto in alto, fornito di quattro ali di uccelli (figura ripresa dal quadro di Giotto prima citato). Sotto al crocifisso, in primo piano così come Francesco, c'è Fra' Leone che dorme seduto, mentre si tiene con le mani la testa leggermente reclinata.
Una tempera di Domenico Veneziano del 1445, è intitolata San Francesco riceve le stigmate; qui colpisce il capo del santo quasi completamente calvo e canuto; Francesco con le mani in alto, in ginocchio su di un prato, vicino a Fra' Leone che è seduto e si ripara gli occhi (forse perchè non sopporta l'intensità della luce divina) guarda uno strano crocifisso (rosso) dal quale partono dei raggi divini che giungono fino alle mani e ai piedi di Francesco, conferendogli così le stigmate; la scena è ambientata in un paesaggio di montagna, comprendente dei monti, un po' di vegetazione e un corso d'acqua.
Il pittore senese conosciuto come Sassetta, poco prima di morire dipinse un quadro dal titolo Sposalizio mistico di San Francesco in cui si vede il santo che si sposa con le tre Virtù teologali: Fede, Speranza e Carità, queste sono raffigurate con i volti di giovani donne vestite rispettivamente di bianco, di verde e di rosso; nel quadro le Virtù appaiono due volte: davanti a Francesco mentre il santo sta infilando l'anello nuziale ad una di esse, e in volo, mentre si allontanano recando in una mano dei rametti. Il paesaggio circostante è formato da un'ampia vallata in cui si nota una stradina che arriva fino al luogo del rito e, sulla destra in basso del quadro, un'altra breve e piccola strada che giunge ad un castello.
San Francesco nel deserto è un dipinto di Giovanni Bellini risalente all'età rinascimentale (1480) che mostra il santo con le braccia aperte e lo sguardo rivolto verso il cielo mentre riceve da Dio le stimmate, molto suggestivo e particolareggiato è il paesaggio che si distende intorno a San Francesco.
Di una bellezza stupefacente è il quadro di Caravaggio L'estasi di San Francesco del 1595, dove il santo, che ha perso i sensi, è illuminato da una luce divina ed è sorretto da un'angelo che lo aiuta in questo particolare momento di defaillances. Attorno a loro si nota un paesaggio tetro, in cui si scorgono appena degli alberi e un corso d'acqua (forse un fiume). Di grande valore è anche, dello stesso Caravaggio, San Francesco in meditazione (1605), qui il santo, inginocchiato, guarda pensieroso un teschio che tiene tra le mani, in basso a destra del quadro, poggiato in terra, si nota un tronco con sopra una piccola croce di legno. Evidente sembrerebbe che la "meditazione" di Francesco sia rivolta alla morte e all'al di là.

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